Lanfranco Colombo

I GIORNI DEL GRANDE FIUME

Queste fotografie sono un’intensa, appassionata, competente, partecipata,
talvolta addirittura minuziosa, cronaca di un’attesa, di una paura,
di un’ansia che un popolo vive come un appuntamento ricorrente,
come un’abitudine, come un ripetersi di gesti, momenti, emozioni
che sono profondamente impressi nel proprio patrimonio genetico.
Mi piace segnalare lo snodarsi della narrazione visiva di Giuliano Ferrari,
dalle prime avvisaglie del pericolo, dalla prime riunioni d’emergenza
ai gesti, sempre antichi e sempre nuovi, del frettoloso raccoglier di oggetti utili,
e di memorie da non disperdere, prima della fuga. Dall’osservazione cupa
delle golene inondate all’eccitazione frenetica del rinforzo degli argini:
in mezzo, il sorriso inconsapevole dei bambini che anche nella tragedia
trovano motivo di gioco. E poi le prime inondazioni, i pericolosi fontanazzi,
i profughi che hanno lasciato la casa allagata, aie e cortili trasformati
in specchi fangosi, le barche, i gommoni, stivali e ombrelli.
E, soprattutto, gli sguardi interroganti, i dubbi, le ansie lette sui volti.
Ma insieme, anche la tranquilla consuetudine con l’inevitabile,
vorrei dire la consapevolezza che il Grande Fiume non può sempre
essere amico docile delle frenesie crescenti dell’uomo.

Lanfranco Colombo
(gallerista)